Dieta anemia mediterranea

Anemia Mediterranea a Verona - Anemia Mediterranea a Modena

Anemia Mediterranea

L’anemia mediterranea, anche nota come beta-talassemia, è una malattia del sangue ereditaria che provoca la distruzione dei globuli rossi (emolisi). La mutazione genetica responsabile di questa malattia impedisce la corretta produzione di emoglobina, la proteina che compone i globuli rossi e che è deputata al trasporto dell’ossigeno nel sangue. A causa di questa condizione i pazienti che ne sono affetti soffrono le conseguenze di una scarsa ossigenazione di organi e tessuti.
Il nome “anemia mediterranea” deriva dalla diffusione di questa malattia prevalentemente nei territori che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. In Italia la regione maggiormente colpita è la Sardegna.

Epidemiologia

Se a livello mondiale l’incidenza è di 1 su 100.000, nelle popolazioni native di SardegnaSiciliaIsole Baleari e delta del Po si oscilla dal 9% al 15% della popolazione.
Il motivo per cui questa mutazione genetica non è stata eliminata dalle leggi di selezione naturale è da ricondurre al fatto che essa ha dimostrato di poter conferire, così come l’anemia falciforme, una sorta di protezione nei confronti della malaria, la quale ha storicamente colpito i territori in cui la talassemia è oggi comune. Il vantaggio in termini di sopravvivenza dei soggetti che ne erano affetti, i quali non si ammalavano di malaria e quindi potevano procreare, ne ha permesso la trasmissione ai giorni nostri.

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Sintomi

sintomi più comuni dell’anemia mediterranea sono stanchezza, mal di testa, tachicardia, pallore, rapida affaticabilità, ittero, ritardo d’accrescimento e deformità ossee del viso nei bambini con talassemia major. I sintomi e la loro intensità variano a seconda della forma di anemia mediterranea:

  • Talassemia major (o morbo di Cooley): si tratta della forma più grave, compare entro i 2 anni di età e necessita di trasfusioni periodiche di sangue e trattamento farmacologico per tutta la vita. Per svilupparla è necessario ereditare il gene portatore della malattia da entrambi i genitori;
  • Talassemia intermedia: il decorso è spesso altalenante, i sintomi sono molto variabili con occasionale bisogno di ricorrere a trasfusioni di sangue;
  • Talassemia minor: si tratta della forma più lieve e più frequente, è quasi sempre asintomatica e gli unici effetti riscontrabili sono una condizione anemica lieve che non necessita di trasfusioni

Diagnosi

La diagnosi di anemia mediterranea deve essere fatta dal medico e si basa sia sulla rilevazione di specifici segni e sintomi riportati dal paziente o emersi dalla visita medica (come l’ingrossamento della milza) sia tramite gli esami del sangue (emocromo) che possono confermare la malattia. Le analisi possono essere completate con la verifica di transferrina, ferritina e altri esami specifici, eventualmente associati a test genetici per caratterizzare la forma. Esiste anche la possibilità per i futuri genitori di eseguire test di screening per la diagnosi prenatale, particolarmente indicata per i genitori portatori sani della malattia e nelle aree geografiche a maggiore diffusione.

Dieta anemia mediterranea

I pazienti con anemia mediterranea devono avere un occhio di riguardo nei confronti dell’alimentazione. L’attenzione deve essere rivolta soprattutto nei confronti del ferro alimentare. Se in un soggetto sano gran parte del ferro introdotto con l’alimentazione viene utilizzato per produrre emoglobina, nel soggetto con anemia mediterranea la produzione di emoglobina è deficitaria e di conseguenza il ferro alimentare tende ad accumularsi. Il limite massimo tollerabile di ferro varia da persona a persona e dipende da numerosi fattori, in primis la gravità di forma di anemia mediterranea presente. E’ bene precisare che non tutto il ferro contenuto negli alimenti viene realmente assorbito, circa il 90% attraversa l’intestino indenne e viene espulso con le feci. L’assorbimento di ferro dipende sia dallo stato di carenza o eccesso della persona sia dal tipo di alimento consumato, la percentuale di assorbimento varia dal 2-10% del ferro contenuto nei vegetali fino al 10-30% di quello contenuto negli alimenti di origine animale.
In linea generale, quindi, il paziente talassemico deve evitare tutti gli alimenti a contenuto medio e alto di ferro, fra cui:

  • carne rossa, frattaglie, tuorlo d’uova, corvina, spigola, pagello
  • soia, lenticchie, fagioli borlotti
  • olive
  • cozze, ostriche, caviale
  • radicchio verde, pomodori secchi, spinaci, rucola
  • fiocchi d’avena, crusca di frumento, cioccolato (soprattutto fondente)
  • prezzemolo, pepe nero, menta, rosmarino
  • pistacchi, mandorle, anacardi e noci

Consigli dietetici e comportamentali

Al fine di ridurre il rischio di sovraccarico esistono delle strategie alimentari utili a ridurre l’assorbimento del ferro contenuto negli alimenti. La dieta deve essere elaborata da un nutrizionista o dietista. Da un lato si devono evitare gli abbinamenti alimentari che favoriscono l’assorbimento di ferro e dall’altro sfruttare le capacità chelanti di alcuni alimenti introducendoli nella dieta. Per proprietà chelante si intende la capacità di alcuni componenti alimentari, come fibra, tè e caffè, di sequestrare il ferro alimentare e impedirne l’assorbimento.
Ecco allora alcuni consigli dietetici e comportamentali utili per chi soffre di anemia mediterranea:

  • Abbinare sempre cereali e verdura al secondo piatto: in questo modo la fibra alimentare contenuta nei cereali e nella verdura limita l’assorbimento del ferro
  • Una buona abitudine può essere quella di consumare una tazzina di tè o caffè a fine pasto per le sopraccitate proprietà chelanti
  • Aggiungere un po’ di formaggio grana o parmigiano sul primo piatto o bere un bicchiere di latte durante il pasto: calcio e fosforo competono col ferro alimentare riducendone l’assorbimento
  • Per chi è abituato a consumare vino ai pasti, preferire il vino rosso per le proprietà chelanti dei tannini in esso contenuti
  • Evitare l’abbinamento di alimenti ricchi in ferro con agrumi (ad esempio spruzzare il limone su carne e pesce) perché la vitamina C e l’acido citrico favoriscono l’assorbimento del ferro
  • Evitare di utilizzare pentole in ghisa e acciaio
  • Evitare la carne cruda e il pesce crudo
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